altra concessione, potete qui proporla.» Ed i barbari: «Viva Iddio che nessuno di voi osa accusare il parlar nostro di menzogna! Del resto per non mostrarti ora d’animo contenzioso vi cederemo la Sicilia, isola cotanto grande, ricca e senza cui sperereste indarno conservare franchi da ogni timore l’Africa.» Belisario: «E noi concederemo ai Gotti l’intiera Britannia di gran lunga maggiore della Sicilia, ed in altri tempi ligia de’ Romani, essendo giusto il ricambiare co’ proprii benefizii o favori chi meritò di noi.» I barbari: «Non v'accontentereste tampoco al proporvi la Campania, ed anche la stessa Napoli?» Belisario: «Al tutto che no: addiverremmo colpevoli se disponessimo delle cose d’Augusto senza il consentimento suo.» I barbari: «Ma neppure se di per noi ci multassimo d’un sacrosanto tributo da mandarsi ogni anno all’imperatore?» Belisario: «No certamente, limitandosi tutto il poter nostro a guardare i luoghi ricuperati pel legittimo loro padrone.» I Gotti: «Or su, ti chiediamo almeno la facoltà di presentarci al tuo signore per combinare seco la somma delle cose; ed in grazia di ciò è uopo stabilire un tempo, durante il quale rimangansi i due eserciti in perfetta tregua.» Belisario: «Ebbene siavi accordato; nè porrò mai ostacolo alle vostre buone intenzioni risguardanti la pace.» Di questo modo ebbe fine il colloquio, e gli oratori de’ Gotti avviaronsi ai campi loro. Nei giorni appresso da ambe le parti fu un continuo andivieni per istabilire la tregua, ed alla vicendevole consegna di cospicui personaggi in istatico risolverono di apporvi i nomi loro.