Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/18

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10 GUERRE GOTTICHE

Sorge Ravenna su di pianura all’estremità del golfo Ionico, e soli due stadj lunge da esso: non è città marittima, e sembra arduo cimento lo accostarvisi non meno con armata di mare che con eserciti, dal suo littorale tenendo indietro i vascelli sterminate sirti, che trenta stadj, e forse più, dilungansi in mare, e colle aggirate loro forte impediscono il proceder oltre ai naviganti, avvegnachè standovi di contro e’ veggansela ben dappresso. Chiudonvi poi l’entrata agli eserciti di terra le acque con che il fiume Po, o vuoi Eridano, disceso dai gallici monti, ed altri fiumi navigabili, e laghi attorniano dappertutto le sue mura. Ivi poi cotidianamente un che avviene, di vero stupendissimo. Col partirsi delle tenebre il mare a simile di fiume per tanto spazio trabocca sul continente, quanto ne puoi trascorrere camminando un intero dì con ispeditezza, e permette alle navi di procedervi nel mezzo: ritoglie quindi alla sera l’accordato traggetto, e con eguale riflusso tira a sè nuovamente le acque1. Il perchè le genti bramose di portar dentro quelle mura, o per viste commerciali o per cagione comunque, i bisogni della vita, o di là trasferirli altrove, collocate le merci sopra barche, e spinte queste laddove sogliono effondersi le acque, attendonvi il marino flusso, al principiare del quale sollevasi a poco a poco il navilio dal suolo, ed i marini posta mano all’opera compiono l’uffizio loro. Nè quivi solo ciò accade, ma pur anche incessantemente su tutta

  1. . Le cose medesime sono riferite più laconicamente da Strabone (v. lib. V, cap. 1).