Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/248

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238 GUERRE GOTTICHE

rendendo ottusi i sensi de’ combattenti. Or dunque siccome a dì nostri tal arte è andata fuor d’uso per ignoranza, nè una tromba sola può supplire ambo i suoni, da quinci innanzi fa di quest modo: con trombe equestri anima le tue schiere alla battaglia, e con altre pedestri loro intima la ritirata; così elleno distingueranno, in guisa certa, amendue i suoni, tramandandosi l’uno da sottilissimo cuoio e legno, l’altro da più compatto metallo.» Sin qui Procopio, e Belisario applaudendogli ragunò tutto l’esercito per ammonirlo nel seguente modo: «Giudico opportuno il coraggio e meritevole di gran lode fino a tanto che esso non travalica i limiti della moderazione o, vogliam dire, non è di nocumento a coloro in cui alberga, solendo tutte le virtù spinte all’eccesso degenerare in vizj. Guardatevi adunque nell’avvenire di non rimaner gabbati da un’ambiziosa gara, imperciocchè non dobbiamo arrossire del sottrarci da un maliziato assalimento. Che anzi se taluno va baldanzoso ad incontrare manifestissimi guai, dato pur che sano e salvo ne campi, riporteranne con tutta ragione la taccia di temerario; meritando il nome di valoroso chi sa operare da prode quando necessità lo stringe. I barbari, di molto a voi inferiori in campo, studiansi vincervi cogli agguati; cadrete quindi in colpa maggiore coll’affrontare il pericolo che non coll’evitare le frodi loro, nulla essendo tanto vituperevole quanto il farsi ministri de’ macchinamenti e voleri de’ nostri avversarj. Io rivolgerò ogni mia cura, vel prometto, a guarentirvi delle costoro insidie, a voi si spetterà il sot-