Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/293

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LIBRO TERZO 283

romane truppe tutte piene di fidanza che deriverebbe loro dalle nemiche faccende un riposo certo nè riordinavansi, nè concertavano impresa di sorta contro ai barbari. Erario poi raccolti a consiglio i suoi proponeva di mandare oratori a Giustiniano Augusto chiedendo pace sotto le condizioni stesse, alle quali dapprima e’ sarebbesi rappattumato con Vitige; o sia che i Gotti conservatosi il dominio della regione traspadana si partirebbero dalla rimanente Italia. Aderitovi dall’adunanza furono mandati dal re ambasciadori Caballario ed altri scelti in tra suoi amicissimi coll’apparente incarico di esporre all’imperatore le cose ora dette, ma con segreto ordine di partecipargli soltanto che il re metterebbelo al possesso dell’intera Italia, e fin rinunzierebbe alle regali insegne quando ne ricevesse gran somma di danaro e venisse ascritto nell’ordine de’ patrizj. Gli ambasciadori pervenuti in Bizanzio condussero a buon termine la commissione loro, se non che in questo mezzo i Gotti uccidono a tradimento Erario, e Totila, giusta gli accordi, s’impossessa del regno.


CAPO III.

I romani duci ripresi da Giustiniano raccolgonsi a parlamento. Constanziano ed Alessandro presso Verona. La città presa da prima a tradimento vien quindi abbandonata, colpa e vergogna dei duci.

I. Giustiniano Augusto da poi ch’ebbe notizia dell’avvenuto ad Erario, e dell’elezione di Totila a re dei Gotti non cessò dall’aggravare di codardia e dal ripren-