Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/311

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LIBRO TERZO 301

amici pur non giungono a sottrarli da ogni molestia. Rassicurate gli animi vostri da qualunque timore degli imperiali, nè vogliate persuadervi, rimestando il passato, ch’e’ sieno per uscire vittoriosi di noi. Conciossiachè gli ammirabili avvenimenti della vita originati da impreveduta fortuna cangiano di spesso nel correr d’un giorno interamente d’aspetto. Vi facciamo pertanto la seguente proposta: Conone si parta con tutto il presidio, sani e salvi trasferendosi ovunque vorranno, purchè entrati noi al possesso della città e’ vadansene tosto con Dio. Nè cosa alcuna ratterracci dal sanzionare con giuramento e la libera partenza loro, e la salvezza di voi tutti.» Questo parlar di Totila fu accetto ai Napolitani, a Conone, ed all’intero presidio, trovandosi gli uni e gli altri bene alle strette colla fame. Bramosi nondimeno di serbar fede all’imperatore, e non privi ancora della speranza di venire soccorsi promisero la consegna di quelle mura entro giorni trenta, e Totila per distorli da qualunque aspettativa stabilì tre mesi di tempo al compimento delle convenzioni, e protestò che nel correr di essi non avrebbe per nulla molestato la città, o fatto altra impresa, ed in questi termini furono sottoscritti gli accordi; se non che la somma carestia d’annona ridusse gli assediati a tale da non potere attendere il fissato giorno, e poco dopo vennero aperte le porte al monarca ed ai Gotti. Con ciò ebbe fine il verno e l’anno ottavo della presente guerra scritta da Procopio.