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302 GUERRE GOTTICHE


CAPO VIII.

Totila di singolare bontà verso i vinti. Atterra le mura di Napoli. — Dà morte a una sua guardia rea di strupo. Sua gravissima allocuzione su tale argomento.

I. Totila conquistata Napoli fu di tanta bontà coi vinti di quanta ne avresti giudicato incapace un nemico, un barbaro. Conciossiachè venuto al possesso de’ Romani per modo estenuati dalla fame che più non appariva segno di forza ne’ corpi loro, temendo non saziati in un subito di cibo venisserne, come il caso è frequente, soffocati, poste sentinelle ai luoghi d’uscita fe’ comando che nessuno si partisse di là. Egli poi con prudente mano, e sì da non isbramare l’appetito somministrava cibo a tutti, aumentandone cotidianamente così la misura che l’accrescimento riuscisse direi quasi impercettibile al senso. Ristorate alla perfine le forze loro apri le porte, e ad ognuno accordò libero potere di trasferirsi ov’e’ meglio desiderasse. Diede similmente e mezzi di trasporto per mare, e piena facoltà di riparare sotto altro cielo a Conone ed alle truppe di lui, volenterosi di cambiare stanza. Ora costoro da contrario vento rattenuti nel porto erano quivi trepidanti non la vittoria inducesse il re a disonorare la fatta promessa ed a sommetterli a pessima vita. Ma Totila avutone sentore ordinò che fossero condotti alla sua presenza, attese a consolarli, e confermata vie meglio la data parola esortolli a stare di buon animo ed a vivere al tutto rassicurati colle sue genti, a comperare da esse vittuaglia, ed a