Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/332

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322 GUERRE GOTTICHE

pulsa formò il campo e cinsela d’assedio, non ignorando esservi là entro diffalta d’annona. Cetego in allora, patrizio, primo del romano senato, e tenuto dai cesariani duci in sospetto di traditore, si fe’ a Centumcelle.

II. In questo mezzo Belisario inquieto sui destini di Roma e di tutto l’imperio, nè potendo in conto veruno da Ravenna sovvenire di truppe gli assediati, difettandone egli stesso, risolvè levarsi di là e trasferire il campo in quelle adiacenze per meglio provvedere da vicino ai bisognosi d’aiuto. Egli pentivasi già dell’andata da principio a Ravenna, consigliatovi da Vitalio nella persuasione di avere operato contro agl’interessi dell’imperatore; conciossiachè ivi rinchiuso abbandonato avea nelle mani de’ nemici la sorte della guerra. In quanto a me sembrami che il duce mal si apponesse, sovrastando allora inevitabili sinistri ai Romani: o dato ben anche più avvantaggioso il suo divisamento, noi dovremo confessare essergli stato il Nume contrario per favorire Totila ed i Gotti, e derivato quindi che i migliori accorgimenti riuscissergli colla peggio. Essendo che a coloro ver cui spira propizia aura di fortuna mai nulla intravvenga di sinistro eziandio quando appigliaronsi a pessimi consigli, rivolgendo questi l’Ente supremo ad ottimo termine; e son di parere che in cambio la prudenza allontanisi dallo sciagurato, la necessità di soffrire togliendogli e senno e discernimento del vero. Che se pur talvolta deliberando rottamente colga nel segno, di tratto un maligno soffio della fortuna riduce il più acconcio imprendimento