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330 GUERRE GOTTICHE

CAPO XV.

Valentino e Foca molestano gli assediatori di Roma guardandone Bessa le mura; caduti in agguati giuntanvi la vita. — Navi cariche di grano mandate alla città dal pontefice Vigilio cadono in potere dei nemici. — Totila ordina che sieno mozzate le mani al vescovo Valentino falsamente incolpato di menzogna.

I. Intrattanto che l’imperatore attendeva alle prefate cose Belisario mandò Valentino e Foca, sua lancia valentissima nell’arte guerresca, con truppe al romano porto affinchè soccorressero al castello Portense ed al presidio rinchiusovi, e ad ogni modo travagliassero a furia di scorribande gli accampamenti nemici. Costoro adunque non sì tosto pervenuti all’assegnato luogo spediscono occultamente a Roma avvertendo Bessa che ove d’improvviso dessero l’assalto alle gottiche trincee, dovesse egli pure co’ più animosi guerrieri delle sue truppe farsi al cominciar della mischia loro aiutatore, onde apportare insieme gravissimo danno ai barbari; la quale proposta è uopo dire non garbeggiasse a quel duce, quantunque forte di tre mila armati, conciossiachè investito di poi alla sprovvista da Valentino e Foca alla testa di cinquecento militi il campo nemico, e fattevi parecchie uccisioni, vedendo che nessuno movea dalla città, dopo essere pervenuto alle orecchie del presidio lo strepito della pugna, e ritraggonsi pronti, sani e salvi al porto. Giuntivi spediscono altra fiata a Bessa chiedendo il motivo del suo importuno indugiare,