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400 | GUERRE GOTTICHE |
II. Addivenuto superiore nella guerra Totila, i Franchi a loro bell’agio occuparono la massima parte dell’agro veneto non incontrando opposizione da’ Romani e Gotti, difettando questi delle opportune forze per guerregiare due nemici ad uno. I Gepidi padroni di Sirmio, città, e di tutta la Dacia1 non appena Giustiniano ebbe privo di quella regione il gottico dominio condusserne i sudditi quivi a stanza in ischiavitù, e via via inoltrando arrecavano da per tutto rovine e guasti, mercè di che furon privi degli stipendj per l’addietro ricevuti dall’imperial tesoro. Di più vedendo Augusto donare ai Longobardi Norico, città2, i luoghi forti della Pannonia3, ed altro suolo unitamente a moltissimo danaro, abbandonate le patrie terre, eransi trasferiti ad abitare l’opposta riva del fiume Istro prossimana ai Gepidi. Ora da quivi scorrazzando anche la Dalmazia e l’Illirico sino alle frontiere d’Epidanno4 riportavanne bottino e prigioni; che se taluni di questi reddivano, fuggendo, alle case loro, i barbari a mo’ di confederati messo piede su quel d’Augusto, ed avvenutisi ad alcuno dei campati schiavi, strappandolo anche dalle braccia paterne, lo rimenavan audacemente