Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/49

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LIBRO PRIMO 41

mina de’ Napoletani; bramiamo solo che voi attentamente ponderiate le conseguenze della nostra deliberazione, e quindi abbracciate quanto sarà di vostro maggior profitto; e certo lo rinverrete accogliendo l’esercito dell’imperatore spedito a voi, non meno che a tutti gli altri Italiani, all’uopo di rendervi liberi, e non anteponendo ai buoni consigli i pessimi. Gli uomini intolleranti della servitù o d’altra infamia comunque volgonsi alle armi, e se la fortuna arride loro ne traggono doppio frutto, la vittoria dico e l’andar liberi delle sofferte molestie; e sia pure che rimangano sconfitti nella pugna, confortali impertanto almeno quel seguire a malincorpo un’avversa fortuna. A chi per lo contrario è dato scuotere il giogo senza i pericoli della guerra, ove a questa ricorra lo riterrà più fortemente, imperciocchè la stessa vittoria, se per ventura giunge ad acquistarla, addiverragli di gravissimo nocumento; se poi ritraggasi perdente dal campo, a cumulo di tutte le altre sciagure avrà eziandio la riportata strage; ciò valga a’ Napoletani. Quanto è a Gotti con voi di stanza, sia in facoltà loro il voler piuttosto d’ora in avanti unitamente a noi obbedire al grande imperatore, o il tornare sani e salvi ai loro focolari. Abbiate poi voi tutti fermo nella mente che se, rigettate queste proposizioni, oserete venire con noi a battaglia, non potremo a meno, coll’aiuto del Nume, di accogliere ostilmente chiunque ci farà contro. In fine quando i Napoletani amino seguire le parti di Augusto io sono pronto a riceverli ed a conceder loro la somma de’ beni che fa-