Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/512

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502 GUERRE GOTTICHE

prole de’ più illustri duci persiani. Che se rifiuti accogliere sì belle proposte vattene altrove con Dio, acciocchè i Lazj da sciagure oppressi mercè la sconsigliatezza del capo loro, sottrattivisi una volta, nella quiete e pace s’abbiano il bramato riposo. Nè reggati l’animo di promoverne lo sterminio con sì lunghi e tormentosi patimenti, accecato da frivole speranze ne’ tuoi confederati. Imperciocchè a Giustiniano e mancarono sin qui mezzi per soccorrerti, e riuscirà mai sempre vano ogni futuro tentativo». Gubaze non di meno, ad onta della scrittagli da Mermeroe, fermo in suo proponimento continuava a dimorare sulle cime de’ poggi tutto in aspettazione de’ romani aiuti, e l’odio portato a Cosroe vie più fomentavane le speranze riposte nell’impero. Gli uomini per vita nostra spesso lasciansi governare da capriccio assoggettandovi la propria ragione; e se v’ha sentenza conforme ai loro desiderj corronvi dietro all’impazzata non esaminando punto se asconda errore. All’appresentarsene poi altra molesta la comportano a malincorpo, rifiutansi di prestarle intera fede, ne voglion sentire di esame per conoscere se tenda effettivamente al verace lor bene.

CAPO XVII.

Indiana semenza dei bachi da seta, ed ammaestramenti per averne bozzoli dati da monaci ai Romani. — Sottoscritta da Cosroe la tregua prosegue impertanto la guerra presso de’ Lazj. — Stato delle affricane faccende.

I. Alcuni monaci in questa capitarono dalle Indie, i quali udito che Giustiniano Augusto forte adoperavasi