Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/533

Da Wikisource.

LIBRO QUARTO 523

Bizanzio, levato prontamente il campo tirò verso l’Italia.


CAPO XXII.

Totila richiama in Roma parecchi senatori. Zelo romano diretto a conservare i pubblici ornamenti. Descrizione della nave di Enea. — Conghiettura di Procopio intorno all’isola di Calipso. Nave di pietra in Corcira dedicata a Giove Casio, ed altra nell’Eubea, a Diana. — Sepolcro di Anchise.

I. Mentre in Salona Giovanni attende Narsete, il quale impedito dalle unniche ruberie lentamente procede, Totila nell’aspettazione di lui richiama in Roma alcuni de’ cittadini e de’ senatori lasciandone il resto nella Campania, ed ordina che sia con ogni possibile diligenza governata la città, mostrando quasi pentimento dei recativi danni, come pure dell’averne arsa parte non piccola di là in ispecie dal fiume Tevere. Questi disgraziati abitatori poi quantunque ridotti alla condizione de’ mancipj, spogli di tutti que’ loro beni ed interdetti dal possedere un che del proprio o del pubblico, mettono tuttavia grandissimo studio, non avendo noi veduto genti più affezionate dei Romani alla città loro, nel mantenere e conservare le patrie memorie. Nè per quanto lungamente si vivessero ligi de’ barbari desistettero mai dal custodire come seppero il meglio que’ sontuosi edificj ed ornamenti, ai quali d’altronde l’industria degli artefici procurato avea sì grande solidità che nè i moltissimi anni trascorsi, nè l’interrom-