Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/534

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524 GUERRE GOTTICHE

pimento delle necessarie cure giunsero a consumarli, esistendovi ancora per testimoniare ai posteri la origine di quell’impero. In fra essi ti sorprende la nave di Enea edificatore della città, spettacolo di vero inaccessibile dalla nostra immaginazione. La vedi nel mezzo di Roma in un porto alla ripa del Tevere, e qui, avendola di persona osservata, ne descriverò la forma. Essa, quantunque assai grande, solcava le onde spinta da un sol ordine di remi; è lunga cenventi piedi, larga venticinque, alta da poterla col palamento governare, e sebbene composta di legname non apparisconvi menomamente segni di commessure, nè ferramenta a connetterne le varie parti, mirandovisi da per tutto una semplicità inarrivabile dalla mente di chi ne oda i racconti, nè havvene altra, per quanto mi sappia, da poterla affrontare. La carena, tutta formata dal tronco di un solo albero, va dall’estremità della poppa insino alla prora con dolce curvatura stupendamente immergendosi nell’acqua, per quindi a grado a grado sorgerne verso le estremità. Tutte le coste poi, o vogliam dire i più grossi legni a compimento della stessa, nomati dai poeti greci δρυόχοις1 e dagli altri νομείς2, tale son lunghi che aggiungono, ciascheduno, ambo i fianchi della nave, e da quivi discendendo abbasso con elegantissima curva stabiliscono la circonferenza di quell’alveo; nè saprei dire se natura di questo modo crescesse il legname facendolo così opportunamente vege-

  1. Omero; da δρῦς quercia.
  2. Erodoto in ispecie.