Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/548

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538 GUERRE GOTTICHE

Cagliari città e messo il campo s’apprestavano ad un assedio, estimando lor forze insufficienti a tentarne le mura guardate da copioso presidio. Questo conosciutine i divisamenti le assale, e fugatele a suo bell’agio con improvviso attacco molti ne uccide; i salvi allora tornati alle navi dirizzarono poco stante lor prode a Cartagine per vernarvi, e proseguire sul far di primavera con maggiore apparato la guerra contro le prefate isole. Nell’una di esse, già nomata Sardo e detta ora Sardegna, crescevi un’erba apportatrice all’istante di mortal convulsione a chiunque ne gusta, e le sue vittime partonsi di questa vita con tutte le apparenze d’incessante riso, che ha comune coll’isola il nome, sardonico detto. Nella Corsica poi, un tempo Cirno, vedrai la umana specie abbondar di nani, e mandrie di cavalli ben poco delle pecore superiori in grandezza; or basti il poco narrato di esse.

CAPO XXV.

L’Illirico posto a sacco dagli Sclabeni. — Giustiniano si lega co’ Gepidi, quindi spedisce aiuti per guerreggiarli, ai Langobardi. Costoro vittoria. — Città rovesciata dai terremoti. Marittima inondazione. Crotone assediata dai Gotti.

I. Introdottosi nell’Illirico un disterminato numero di Sclabeni e commettendovi nefandissime azioni, Giustiniano Augusto mandò a combatterli un esercito capitanato, intra gli altri, dalla prole di Germano; questo non di meno vedendosi per iscarezza di gente ben in-