Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/607

Da Wikisource.

INDICE. 597


  |||
Generosità del diacono Pelagio a pro dei Romani, e sua andata a Totila per implorare una tregua. — Sermoni d’ambedue |||
 Pag. 332
Capo XVII. |||
Orazione de’ romani cittadini ai duci, posta sulle labbra loro dalla fame; descrizione della costei rabbiosa forza |||
   » 337
— XVIII. |||
Deliberazione sulla partenza da Epidanno. — Belisario venuto da Idrunte fuga i Gotti. Totila fortifica il Tevere. Giovanni padrone della Calabria. — Tulliano si amica i Bruzj ed i Lucani; atteso nel porto romano dal condottiero vince in campo Recimundo |||
   » 341
— XIX. |||
Apprestamenti e partenza del condottiero a pro dell’assediata Roma. — Battaglia intra le due fazioni. — Temerità d’Isacco. La mercè di lui il condottiero turbatosi cessa dall’impresa; sua malattia. Morte di Isacco |||
   » 345
— XX. |||
Avarizia di Bessa e sua negligenza nel reggere il presidio romano. — Gli Isauri a difesa della porta Asinaria macchinano tradigione. Re Totila conquista Roma, ed è placato da Pelagio nel tempio di S. Pietro. Estrema indigenza dei senatori. — Bontà di Totila con Rusticiana e con le altre romane donne |||
   » 350
— XXI. |||
Totila esorta i Gotti a seguir giustizia.— Riprendendo il senato romano d’ingratitudine vien da Pelagio placato. — Manda a Giustiniano ambasciadori per trattare di pace. — L’imperatore spedisceli a Belisario |||
   » 354
— XXII. |||
Tulliano sbaraglia i Gotti nella Lucania. —  |||