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54 | GUERRE GOTTICHE |
si vede che neppur delle tante una raggiugnevane la sommità, colpa e difetto dei lavoratori, i quali per tenere occultissima l’opera loro non aveano osato di prendere le giuste misure. Laonde formatone all’istante d’ogni due una, la truppa le ascese e giunse a dominare que’ merli. Da questa parte non altrimenti procedevano le cose agli imperiali.
III. Il muro intanto volto al mare e guardato anzi dai Giudei che dai barbari era inaccessibile alle truppe, non potendovisi nè accostare le scale, nè approssimarlo. Imperciocchè tal gente consapevole di essere in odio ai Romani per averli impediti dal conquistare la città senza spargimento di sangue, venuti in disperazione fortemente combattevano sebbene entrato di già il nemico, e resistevano fuor d’ogni credenza all’impeto degli oppugnatori: collo spuntar del giorno tuttavia assaliti coraggiosamente da que’ dalle scale, e saettati poscia da tergo dalle truppe di Magno si volsero in fuga. Vinta dunque Napoli di forza con le armi, e spalancatesi le porte tutto il romano esercito ne valicò i limitari. La soldatesca in pari tempo attelata fuori di quelle verso oriente fecevi il suo ingresso, per mancanza di scale, ardendone le imposte senza opposizione, imperciocchè i custodi sottrattisi di là a furia lasciato aveano tal parte di muro affatto in balìa del nemico. I vincitori tutti ribollenti di sdegno, e massime quelli che nell’assedio giuntato aveano il fratello o il parente, contaminarono di enorme strage l’entrata loro, uccidendo non pietosi al sesso od all’età quanti incontravan per via. Penetrati quindi nelle case metteanvi a sacco donne, fanciulli ed