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saremo tratti giammai a sentire per oggetti, che o non hanno persona, o troppo si dilungano dall’universale natura; e d’altra parte se la poesia troppo si arresti alle cose reali, tosto ne proviamo stanchezza, perchè ci appaiono queste dovunque rivolgiamo lo sguardo; ci rattristano ogni minuto della vita; e infastidiscono ad ogn’ora, perchè le conosciamo a sazietà; arroge, che, se la realtà e la finzione non sieno immedesimate in un tulto, si combattono mutuamente, e si distruggono l’una coll’altra. Nel Petrarca occorrono ben pochi esempli di un accozzamento del vero colla finzione, felici al pari di quello, dov’ei dipinge le fattezze di Laura immediatamente dopo che ella spirò.
Pallida no. ma più che neve bianca —
Parea posar come persona stanca.
Quasi un dolce dormir ne’ suoi begli occhi,
Sendo lo spirto già da lei diviso —
Morte bella parea nel suo bel viso.1
- ↑ La traduzione inglese di questo luogo del Petrarca fu scelta dall’autore per farvi sopra un’osservazione molto acconcia al proposito. Il Boyd, anzichè tradur fedelmente il passo, elesse di parafrasarlo, e pretese d ornarlo, aggiu-