Alcuni di loro han cercato ne’vecchi romanzi, altri ne’misteri, informi saggi della moderna arte drammatica, le prime sorgenti d’onde questo grand’uomo attinse l’idea e il piano della triplice sua visione. Denina pretende ch’ei l’abbia preso da un cattivo dramma rappresentato in Firenze nel 1304, sul ponte d’Arno. Questo ponte di legno essendosi rotto al finire della rappresentazione, tutti gli attori del dramma intitolato le Anime dannate perirono nel fiume; scena assai tragica che Matteo Villani descrisse ne’suoi annali. Sgraziatamente per gli autori della ipotesi, Dante avea già terminati due anni avanti i sette primi canti del suo Inferno; e allorchè, condannato al bando, egli vide da’ suoi nemici politici, i Guelfi, saccheggiata la sua casa, sua moglie pervenne a porre in salvo il prezioso manoscritto che stava per divenir preda delle fiamme. Sin dal 1295, Dante, che scriveva allora la sua Vita nuova, dava quivi uno schizzo del suo poema, che par sia stato il pensiero di tutta la sua vita. Gli è adunque probabile che lungi dallo avere imitato il dramma rappresentato in Firenze, Dante comunicando a’ suoi amici il principio di una opera meditata sin dalla sua giovinezza, avrà dato loro la prima idea della rappresentazione