![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
213 |
teatrale eseguita sul ponte d Arno due anni prima che ne fosse partito.
Tutte le visioni infernali alle quali il medio evo ha dato origine sono state allegate da tutti a vicenda quai modelli della Divina Commedia. Si è preteso aver cercato il poeta le sue inspirazioni nel Romanzo di Guerino; nel canto del Trovatore che scende giù all’inferno; nella Visita dell’inferno; nel Viaggio per lo inferno conti divoti e meravigliosi che si appartengono al XII e XIII secolo. Una Visione d’Alberico, monaco di monte Cassino[1], ha sovratutto chiamalo l’attenzione dei dotti. Cotest’Alberico non avea che nove anni quando fu rapito da una colomba, che gli fece vedere l’inferno, il paradiso, e il purgatorio. Come una sì formale analogia sarebbe sfuggita a quegli occhi lincei la cui perspicacia scopre tanti rapporti chimerici, trasforma in realità le conghieltture, e non sa farci grazia di veruna ipotesi?
Ma la visione d’Alberico non è un fatto isolato di cui trar se ne possa alcuna particolare induzione. Dopo lo stabilimento del cristianesimo abbondarono le visioni; san Cipriano e santa Perpetua ebbero le loro. Il genio misti-
- ↑ Osservazioni intorno alla quististione sopra la originalità di Dante, di Franc. Cancellieri. Roma 1814.