Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/257

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conseguire il medesimo scopo; se il poeta adottando questa mitologia allora in voga, non abbia voluto che comporre dal suo canto un maraviglioso, terribile e divoto racconto. Qui si svela la sublime originalità di Dante. Più non iscorgi in lui un narrator di miracoli, ma il riformatore, il rivendicatore del suo secolo, il flagello dei delitti, il messaggero della collera e del perdono. Questo gran teatro «al quale ha posto mano e ciclo e terra1, questa santa opera a cui cooperati si sono l’inferno, il ciclo e il purgatorio, la è per gli uomini una gran lezione. Ivi si rendon palesi tutti i mali e tutte le magagne dell’Italia. Ivi rinvengonsi a nudo tutte le invecchiale sue piaghe. È la voce di Dio medesimo che viene ad avvertire il potere, a minacciare i troni, ad annunziare il fulmine inevitabile di sua vendetta. Pontefici vacilla la vostra grandezza, se tradite i vostri sacri doveri, e la maledizione de’secoli vi attende! Uomini di stato il nome vostro trasmesso e condannato all’ignominia de’secoli, rimembrerà eternamente le vostre bassezze e i tradimenti vostri! Italiani che spalancale le vostre porte alle armate straniere,

  1. Parad. cap. 25.