Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/140

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giudicò al genio poetico. Di nessuno di que’ sonetti io ricordomi esattamente. Chi, nel leggere questo volumetto, avesse desiderio e opportunità di ottenerli d’Italia, mi farà cosa grata, s’ei li aggiugnerà manoscritti a questa raccolta, e riempirà la lacuna. Uno de’ bei sonetti del Salandri, e sul passaggio del Console Flaminio per le onde del Trasimeno Uno del Frugoni è sull’esilio di Scipione e comincia:

Quando il gran Scipio dall’ingrata terra.

Uno del Cassiani dipinge mirabilmente il ratto di Proserpina:

Diè un alto strido, gittò i fiori; e volta
All’improvvisa mano che la cinse,
Tutta in se per la tema onde fu colta,
La Siciliana vergine si strinse, ec.

Aggiungansi i sonetti di Angelo Mazza per Santa Cecilia; e i quattro di Vincenzo Monti su tu Morte di Giuda. Questi due poeti vivono ancora1.

Q. Rossi. Gesuita; non so di che terra, perchè i frati non hanno patria. Il sonetto è davvero profetico e degno di qualunque poeta. Sino a tutto l’undecimo verso parla Simeone a Maria la quale presenta all’altare Gesù bambino. I tre ultimi versi hanno in se sì schietta e sì divina e passionata bellezza che avrebbero potuto guidare la mano di Raffaello a dipingere la Rassegnazione della Vergine.

Minzoni. Ferrarese: seguace (quanto allo stile) del suo

  1. È noto che la vita preziosa di questi due illustri ingegni è ora spenta. L’Italia perdè il Mazza nel 1817 e il Monti nel 1828. Il primo nato in Parma nel 1741, e l’altro a Fusignano terra di Romagna nel 1754 — Non ci sarebbe poi stato per avventura malagevole il riempiere in qualche modo questa lacuna secondo il desiderio del ch. Foscolo; ma non avendo noi in animo di riprodurre che le cose di lui, stimiamo miglior partito il lasciare a’ lettori la cura di raccogliere gl’indicati sonetti e di postillarli, e di scieglierne ed aggiungerne anche altri nel leggere i poeti italiani.