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arti belle e del lusso; e la filosofia di Epicuro aveva prevaluto, da che le sanguinose rivoluzioni della repubblica avevano insegnato ai letterati che una tranquilla servitù è da preferirsi a una burrascosa libertà; e nel medesimo tempo i cittadini più potenti, cominciando ad astenersi dalle faccende politiche, attendevano a godere de’ frutti della pace sotto il regno d’Augusto. In sì fatta condizione di tempi, l’entusiasmo non può mostrarsi senza essere deriso e punito; si scrivono satire piene di sale, elegie piene di vezzi e d’amore; ma poche belle odi e pochissime odi sublimi.
La poesia lirica fu dagli scrittori di poetica e da’ poeti stessi confusa con la amorosa, che Alessandro Tassoni, nelle note al Petrarca, chiama più esattamente col nome di poesia melica; e con la poesia morale, di cui gli esempi migliori sono ne’ versi d’Orazio.
Un madrigale, un epigramma e una sentenza filosofica, perchè erano scritti in versi lirici, furono chiamati ode. Si trascurò l’essenza e si badò alla forma esteriore. Nella letteratura italiana, questa confusione di generi andò crescendo ognor più. I canzonieri de poeti si chiamarono libri di poesia lirica: i sonetti di amore e le canzoni propriamente italiane (così dette, per distinguerle dalle pindariche e dal-