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166 | discorso storico |
dizione de’ Romani vinti da’ Longobardi, frammento d’un gran lavoro, ma frammento che è da sè un lavoro importante, e basterebbe ad onorare altamente i risorti studi storici italiani. Nondimeno, siccome l’intento di dimostrare la relazione supposta tra i due luoghi, ha fatto che l’esame di essi non sia mai stato scompagnato, così l’intento contrario ci obbliga in certa maniera a seguire la medesima strada. Del resto quel poco di novo che abbiamo a proporre su questo luogo, potrà forse servire a metter d’accordo varie asserzioni dello storico, le quali, nello stato presente della questione, possono parere inconciliabili. E s’intende che noi prenderemo a man salva dagli autori di quelle diverse interpretazioni gli argomenti che possono fare per noi.
I.
È cosa, non dirò qui ammessa generalmente, ma generalmente sottintesa, che le parole: reliqui vero per hostes (o per hospites 1) divisi, ut tertiam partem suarum frugurn Langobardis persolverent, tributarii efficiuntur, si riferiscano a un solo fatto, a un solo momento storico; e che le due espressioni, per hostes divisi, e tributarii efficiuntur non siano altro che due maniere di qualificarlo. Ed è sulla natura del fatto supposto unico, sul valore supposto uguale delle due espressioni, che c’è disparere, volendo alcuni che tanto l’una quanto l’altra non significhino nulla più che l’assoggettamento a un’imposizione; altri che importino anche un assoggettamento delle persone, uno stato di servitù. Noi crediamo, e questo è il punto in cui osiamo dissentire da tutti, che in quel luogo siano espressi due fatti di diversi tempi, e di diversissimo carattere; che nelle due espressioni si deva vedere, non un pleonasmo, ma un’antitesi; che l’autore parli in effetto e d’imposizione e di servitù, ma riferendosi a due diversi tempi, e con l’intento d’esprimere appunto la sostituzione dell’una all’altra; che in somma il senso di tutto il luogo sia questo: In quel tempo, cioè sotto l’atroce e sfrenata dominazione dei duchi, molti nobili romani furono messi a morte; il rimanente di quelli che da principio erano stati semplicemente assoggettati a pagare il terzo delle loro raccolte, e a questo fine divisi per hostes, furono ridotti alla condizione servile di tributarii.
E prima di tutto, ciò che ce lo fa credere è la differenza delle forme grammaticali adoprate qui dallo scrittore. Ut tertiam partem suarum frugum persolverent, e tributarii efficiuntur indicano apertamente due diversi tempi, e due diversi fatti: uno anteriore, del quale lo scrittore fa semplicemente menzione 2; l’altro, che riferisce espressamente, come avvenuto nel momento in cui si trova col racconto. E se qualche amanuense copiando, come facevano così spesso, delle glosse insieme col testo, ce l’avesso trasmesso così: reliqui vero antea per hostes divisi, ut tertiam partem suarum frugum Langobardis persolverent, tributarii efficiuntur, non credo che al critico più sottile sarebbe nato alcun sospetto d’interpolazione. Paolo, dottissimo in latinità per un uomo dell’ottavo
- ↑ Variante adottata generalmente, per la supposizione molto probabile che hostes, quand’anche fosse la vera lezione, non sia qui altro che un sinonimo, o piuttosto un’altra forma di hospites.
- ↑ Chi volesse domandargli il perchè non l’abbia riferito a suo tempo, avrebbe troppe cose dello stesso genere da domandargli.