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capitolo decimoquarto 513

l’altre nazioni) diciamo in vece di peccare di troppa credulità e bona fede. Se però la diffidenza fosse universale tra di noi, mi pare che converrebbe darne la colpa a tutt’altro che al non mormorare; giacchè siamo lontani dall’aver perduta quest’abitudine.




CAPITOLO DECIMOQUINTO


SUI MOTIVI DELL’ELEMOSINA.


La charité est la vertu par excellence de L’Évangile mais le casuiste a enseigné à donner au pauvre pour le bien de sa propre âme, et non pour soulager son semblable... Pag. 420.


Dare al povero per il bene dell’anima propria, non è suggerimento di casisti, ma insegnamento della Chiesa.

Escludere dall’elemosina il fine di sollevare il prossimo, è un raffinamento anti-cristiano, il quale non so se sia mai stato dottrinalmente insegnato da alcuno: ma credo che non ce ne sia vestigio in Italia.

Per ciò che riguarda il proporsi, in quella come in ogni altra opera, il bene dell’anima propria, la Chiesa non fa altro che insegnare ciò che ha imparato dal suo Fondatore. E non c’è forse nel Vangelo verun altro precetto, al quale vada così spesso unita la promessa della ricompensa. Nel Vangelo, l’elemosina è un tesoro che uno s’ammassa nel cielo: è un amico che ci deve introdurre nei padiglioni eterni; nel Vangelo, il regno è promesso ai benedetti del Padre, i quali avranno satollati, vestiti, ricoverati, visitati coloro, che il Re, nel giorno della manifestazione gloriosa, non sdegnerà di chiamare suoi fratelli1, memore d’avere avute comuni con loro le privazioni e i patimenti, d’esser passato, anche lui, come uno sconosciuto, davanti agli sguardi distratti de’ fortunati del mondo. Tutta la Scrittura parla così: Non avrà bene chi non fa elemosina2. Che più? le parole stesse che qui si danno come insegnamento di casisti, sono quelle della Scrittura: Il misericordioso fa del bene all’anima sua3.

Questo motivo va unito a tutti i comandamenti: la sanzione religiosa non si fonda che su di esso.

Dopo di ciò, non c’è bisogno certamente di giustificare, su questo punto, la dottrina della Chiesa. Non sarà però fuori di proposito l’osservare come una tale dottrina sia superiore bensì, ma insieme consentanea alla ra-

  1. Si vis perfectus esse, vade, vende quæ habes, et da pauperibus, et habebis thesaurum in cælo. Matth. XIX, 21.
    Facite vobis amicos de mammona iniquitatis, ut, cum defeceritis, recipiant vos in æterna tabernacula. Luc. XVI, 9.
    Tunc dicet Rex his qui a dextris eius erunt: Venite, benedicti Patris mei, possidete paratum vobis regnum a constitutione mundi: esurivi enim, et dedistis mihi manducare; sitivi, et dedistis mihi bibere; hospes eram, et collegistis me; nudus, et cooperuistis me; infirmus, et visitastis me, in carcere eram, et venistis ad me.... quamdiu fecistis uni ex fratribus meis minimis, mihi fecistis. Matth. XXV, 34 et seq.
  2. Non est enim ei bene qui assiduus est in malis, et eleemosynas non danti. Eccl. XII, 3.
  3. Benefacit animæ suæ vir misericors. Prov. XI, 17.