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capitolo decimosettimo 529

ghiamo che ci trovi nell’umiltà, che il nostro capo sia pronto a chinarsi sotto la mano di Dio, quando sia per passarci sopra.

Da ciò che s’è detto intorno all’umiltà viene di conseguenza che, se c’è sentimento che distrugga il disprezzo insultante per gli altri, è l’umiltà certamente. Il disprezzo nasce dal confronto di sè stesso con gli altri, e dalla preferenza data a sè stesso: ora, come mai questo sentimento potrà prender radice nel core educato a considerare e a deplorare le proprie miserie, a riconoscere da Dio ogni suo merito, a riconoscere che potrà trascorrere a ogni male, se Dio non lo rattiene?




CAPITOLO DECIMOTTAVO


SUL SEGRETO DELLA MORALE, SUI FEDELI SCRUPOLOSI, E SUI DIRETTORI DI COSCIENZE.


La morale est devenue non-seulement leur science, mais leur secret (des docteurs dogmatiques). Le dépôt en est tout entier entre les mains des confesseurs et des directeurs des consciences. Pag. 421.

Se i confessori in Italia hanno fatto della morale un segreto, si sono dunque dimenticati che il Salvatore e Maestro di tutti aveva detto agli apostoli: «Dite in pieno giorno quello che io vi dico all’oscuro, e predicate sui tetti quello che v’è stato detto in un orecchio1;» si sono dimenticati che, negli ultimi momenti del suo soggiorno sulla terra, aveva rinnovato un tal precetto, con quelle solenni parole: «Istruite tutte le genti .... insegnando loro d’osservare tutto quello ch’io v’ho comandato2

Ma quali sono tra di noi i libri riservati ai soli dottori dommatici? Come si trasmettono essi questo segreto? Non ha detto poco sopra l’illustre autore, che «la morale proprement dite n’a pas cessé d’être l’objet des prédications de l’Église?» Di cosa parlano i parrochi dall’altare, di cosa parlano tutti i trattati di morale, che ognuno può consultare?

«Le fidèle scrupuleux doit, en Italie, abdiquer la plus belle des facultés de l’homme, celle d’étudier et de connoître ses devoirs.» Ivi.

Ma il clero in Italia non cessa di gridare contro la negligenza nell’istruirsi in quella legge sulla quale saremo giudicati; ma inculca ai parenti l’obbligo d’ammaestrare i loro figli in tutti i loro doveri; ma, lungi dal far abdicare ad alcuno la facoltà di conoscerli, intima a tutti, che essa diverrà la condanna di chi non avrà voluto usarla.

«On lui recommande de s’interdire une pensée qui pourroit l’égarer, un orgueil humain qui pourroit le séduire.» Ivi.

  1. Quod dico vobis in tenebris, dicite in lumine; et quod in aure auditis, prædicate super tecta. Matth. X, 27.
  2. Euntes ergo docete omnes gentes... docentes eos servare omnia quæcumque mandavi vobis. Id. XXVIII, 19, 20.