Pagina:Orazioni di Buonaccorso da Montemagno il Giovane.pdf/30

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del mio ingegno, ma più tosto alle amplitudini e degnità vostre lo imputiate. Io solamente posso i vostri animi sapientissimi esortare, che tanto mirabile ornamento e bellezza di cose sì degne, pubbliche e private, veramente alla vostra Repubblica mandate dai Cieli, e dalla divina bontà, a voi e a’ vostri figliuoli, e a tutta la vostra posterità intere e salve, con somma cura, studio e diligenzia conserviate. Le quali cose massimamente con due singulari discipline sempre dagli antichi Filosofi nel vivere politico instituite, potrete conseguitare. La prima, se questa vostra santa civile convenienzia e compagnia da ogni discordia e divisione intrinseca con intera fede, e constanzia difenderete. Appresso, se il felicissimo vostro imperio con fortissimi stabilimenti di giustizia fonderete, senza la quale per certo nelle cose umane niuna può essere diuturna (1). E quanto le discordie cittadinesche abbiano per addietro di danni e incommodi apparecchiato alle Cittadi, non solamente per li freschi mali di tutta Italia si dimostra, ma per li antichi pericoli di tutte le strane genti e nazioni si può stimare. Perocchè mai niuno Imperio fu tanto florido, nè mai le forze d’alcuni Principati e Popoli furono si stabilite e ferme, che per le discordie e sedizioni intrinseche civili non sieno summerse e dissipate. Tutte le vecchie istorie vi possono essere piene di antichi esempli; ma solo uno ne racconterò, tacendo gli altri, il quale mai senza lacrime non suole alla memoria mia ritornare quello amplissimo Imperio della Città nostra di Roma, del quale mai nulle (2) genti più florido vidono, e più prestante (3). Oimè! solamente per le discordie civili per infino dalle ultime radici è stato quasi in estreme afflizioni e miserie ridutto. Coloro i quali tutto il Mondo avevano domato; tutti i

(1) Diuturno. Add. Di lunga durata.

(2) Nulle qui sta in forma di aggettivo. Dante Purg. C.7. Io son Virgilio, e per null'altro rio.

(3) Prestante. V. L. add. Eccellente, singolare. Morg. 9. 32. Noi siam tutti baron de’ più prestanti. 2