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92 | LIBRO |
al mio parere il tirar di pietre no nsi farebbe mai. Et se gli ponessero avã an an ti uno o due huomini con quei fasci accesi di paglia legati alle punte de i bastoni, come di sopra vi ragionai al vitio del Cavallo che si butta in terra, gli farebbe correggimento grande in farlo di subito parare; quantunque vi assicuro, che solo con la briglia che egli porta, senza questi fasci, con le altre correttioni che vi ho dette, et che sono più da lodare, facilmente si tenerà; & ancora questi simili bastoni accesi, ponendogli alla bã an an da contraria della credẽ en en za, il farã an an no voltar tosto. Della qual credenza ben che io ne habbia lungamẽ en en te parlato, perche ora mi occorre, mi è paruto dirne questo, ma non che di ciò vogliate prevalervi.
Mirate bene quanto giova il castigo, et maggiormente essendo terribile, che assai fiate si è visto alcun Cavaliero, che casualmente correndo il Cavallo di pessima bocca per una distesa campagna, mosso da ira, volendo forse amazzarlo per quella malignità sua, l’ha tanto corso di lungo, battendolo sempre di sproni & di bacchettate le orecchie, & in ogni luogo dove si può, & sollicitandolo di voci asprissame, che non potendo più durare, mancando di lena, è venuto all'ultimo quasi da se a fermarsi: tal che il giorno dapoi, correndolo nella carriera giusta, nel fine tirandogli un poco la briglia, si è facilmente fermato. Però avvertite che non voglio che questo si usi: perche oltre che si suol dissivare, onde nasce il pericolo grande della vita sua, non sempre suol riuscire: che ad alcun rado Cavallo di mala fantasta bisogna con maggiore arte far conoscere la cagione vera del suo castigo. et l’ho detto, accioche siate ben'esperto dell’intelligenza sua, & come se truova pronto agli ordini buoni, ogni fiata che a tempo si corregge dall’huomo. Ma ben questo accaderebbe molto, quando egli forzandovi si ponesse in fuga, & insu la mano.
[Regola general nel parare.]Anzi è da notarsi questa regola generale, che fin a tanto che egli non saprà ben tenersi, & parare al passo, & al trotto, non se gli vuol dare il galoppo; & dapoi fin che non saprà tenersi, & parare al galoppo, non si vuol mai correre.
[Quando nõ on on volete, che al parar faccia le posate.]Et se volete che egli non faccia le posate, vi basterà solo al fin del passo, o del trotto, o del galoppo, come egli sara fermato, tirandogli la briglia, & col timor di colui che gli sta col baston all’incontro farlo fare alcuni passi indietro: et col simile ordine c’ho detto, si potrebbe appresso seguire; nondimeno quando farà le posate, sarà il camino da tenersi più sicuro & certo.
Ma se'l volete con piu facilita correggere di quel difetto, oltre a questi ordini, gli ponerete una briglia conveniente alla qualita della bocca sua, cosi come avanti ve l’ho segnalate.
[Quã an an do sarà invecchiato all’andarsene via.]Or benche il Cavallo fosse di qual si voglia pessima natura, et invecchiato a quel mal’uso di andarsene via, fecilmente sarà vinto tutta volta che voi userete l’ordine del modo che vi ho detto, & di più gli ponerete la cordella setto le gẽ en en giue, & legata agli occhi della briglia, come diffusamente vi dissi avanti. Quã an an -