Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/132

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La strada era pericolosa, da un istante all'altro si poteva essere sorpresi. Perchè imbarazzarsi di un soldato? Egli, Don Giovanni, andrebbe avanti: al primo incontro ripiegherebbe; se fossero gendarmi direbbe a Garibaldi di fuggire e resterebbe a divertirli facendo fuoco. Perchè un compagno? mormorava nel proprio pensiero.

— Bisogna trovare una vettura.

La voce del generale era dolce ma imperiosa. Don Giovanni ubbidì; proseguirono essi a piedi, il ferito sul carrettino che li aveva condotti. Lungo la strada abitava un altro parroco, amico e congiunto di Don Giovanni; questi batte all'uscio, lo fa alzare, gli domanda cavallo e carrettino. L'altro acconsente. Don Giovanni fa guidare al garzone di casa, tanto per aver qualcuno da ricondurre il cavallo; giungono al Marzeno. Il temporale ha mutato il fiume pacifico in furioso torrente.

Don Giovanni rimanda garzone e cavallo.

La notte era fosca, il fiume ruggiva. Allora Don Giovanni si offerse e impose a Garibaldi e al suo compagno di montargli sulla schiena: egli si sarebbe lanciato a nuoto portandoli così sull'altra riva. Era talmente sicuro di sè che non si spogliò nemmeno. Garibaldi titubava. Marinaio, gli sembrava ridicolo guadare un fiume sulle spalle di un altro uomo. Ma in quel momento Don Giovanni, che