Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/429

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Ma il fumo della moschetteria, giacchè le mitragliatrici si sono infrante ai primi tiri, non è più che un velo leggero sulla loro fronte rotto qua e là e macchiato di sangue.

Il terribile momento passa entro tutte le anime come un freddo di un altro mondo: sono inermi. I pochi che bruciano ancora le ultime cartuccie, sembrano con esse gettare un appello disperato ai compagni abbandonati come essi nei radi fortilizi di quel confine, o inerti a Massaua spiando sul mare il sorriso di una vela o di una bandiera italiana. Ma l’Italia è troppo lontana, oltre due mari, nell’incanto della sua eterna bellezza che le fa dimenticare persino i soldati morenti per lei sul primo lembo del deserto africano.

— Italia, Italia! è la loro suprema invocazione fu il grido supremo di sfida, col quale risposero all’immenso ruggito abissinio.

E disparvero.

Quel turbine nero li urtò aggravandosi sopra di loro come una nuvola, entro la quale non si distinse più nulla, ma nella quale l’ultimo gruppo che difendeva il colonnello, udì ancora il suo ultimo comando di salutare quelli che erano già morti:

— Presentate le armi!

Le presentarono e caddero con esse intorno a lui, che aveva trovato per tutti una di quelle pa-