Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/439

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l'eterno nemico sconfitto da Cristo sul Golgota, si drizzava dal fondo di tutti i cuori con un sorriso di dolorosa simpatia. No, non era vero che egli fosse il malvagio. Il paradiso terrestre non aveva mai esistito, perchè Dio non aveva mai amato l'uomo condannato da tutta l'eternità a lavorare per vivere, a far soffrire la propria madre per nascere. Dio che puniva i bambini delle colpe dei padri era stato in ogni tempo coi potenti, coi crudeli che spremevano dai dolori del popolo i piaceri della ricchezza e del comando; e s'era fatto fabbricare chiese dorate, mentre il popolo non aveva nemmeno capanne, voleva le gemme per gli altari, la seta per gli addobbi, le decime per i preti, la servitù verso i signori. Dio era il nemico, che nessun dolore aveva mai impietosito, nessuna preghiera commosso, nemmeno quella di suo figlio morente sulla croce per espiare la condanna dei popoli che dovevano ancora nascere.

E Satana, il grande ribelle precipitato dal cielo perchè non aveva voluto adorarvi il tiranno, diventava l'amico del popolo, il suo eroe più antico, non fiaccato nemmeno dalla onnipotenza di Dio. Egli solo poteva ancora offrire qualche consolazione agli infelici, liberandoli da tutti gli scrupoli del peccato che toglievano loro perfino l'uso delle proprie carni; egli solo, che non s'era curvato al