Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/51

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Don Giovanni Verità 43

Quali erano le sue divozioni, poichè un contadino come lui deve averne avuto?

Non ho potuto saperlo, e questo sarebbe il dato più interessante della sua vita. Se in psicologia fosse permesso indovinare invece di dovere sempre osservare, affermerei che il suo santo prediletto fu S. Paolo, il suo evangelio preferito quello di S. Matteo. Il vigore, la precisione romana nei ragionamenti del primo, la sua fulminea conversione, l’indomato orgoglio soldatesco esplodente nelle concioni d’apostolo, la tendenza così moralistica del suo insegnamento, la bruscheria delle sue frasi ancora frementi di passioni mal dome, la sua effigie rimasta in tutti i secoli, e in tutte le chiese colla spada in mano, quasi minacciando anche dopo la vittoria, dovevano piacere al suo spirito meglio capace d’intendere la religione nelle battaglie storiche che nelle origini metafisiche. Mentre il racconto austero, e quasi fanciullesco di S. Matteo dipingente un Cristo tutto cuore, come un ideale diventato poi divino a forza di essere umano, blandiva certamente la parte più tenera della sua rozzezza, quel fondo di soavità malata, e appunto per questo così facile ad inacidirsi, che la mancanza della donna, suicidio parziale del sesso, lascia in tutti i preti.

Don Giovanni potè forse amare Santo Stefano che in una piazza di Gerusalemme dopo la morte