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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/141

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d’insorgere doveva tentarlo, non fosse che per conquistare un posto migliore.

— Tu sei dunque individualista?

— Potrei diventare un ribelle se non lo fossi?

Poi una malinconia cupa s’impadronì del suo spirito. Qualche volta l’immagine di Tatiana, sanguinante e piangente sotto l’orribile figura di Topine, gli tornava all’immaginazione. Era essa davvero colpevole delle frustate di Vaska? Ridendo l’ultima volta a quella finestra, sapeva veramente del suo supplizio? Certo Loris allora non amava più; ma questa fredda superiorità di cuore, mettendolo al di sopra dei compagni, glieli faceva spesso invidiare, quando li vedeva felici nell’ebbrezza dei loro labili amori.

Come tutti i rivoluzionari, subiva inconsciamente il fascino dell’antica idea messianica. Se ogni fantastica ricostituzione della società finiva anche per lui alla ricostruzione di forme viete fra il convento e la caserma, l’azione storica gli si presentava ancora come opera individuale. Solamente un grande, sconosciuto ed inconoscibile da principio, potrebbe organizzare entro la propria superiorità i concetti amorfi della massa, dando coscienza alle sue vaghe aspirazioni. La predestinazione del grand’uomo era un dogma oscuro ed orgoglioso del suo pensiero; tutto gli sarebbe stato possibile tranne il considerarsi pari al popolo.

Gli mancava l’oblio di sè stesso, così necessa-