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— Mi farai morire nel dolore di lasciarti abbandonata, le diceva lo zio.

— Voi non morrete così presto, perchè io non lo voglio: non vi sarebbe garbatezza dal canto vostro, ella rispondeva con giocondità simulata.

— Perchè non vuoi maritarti? Nessuno di quei giovani ti piace; forse non hai torto, ma in fatto di mariti la nostra società non offre molto di meglio. Se tu sogni un vero uomo, sarà difficile trovarlo: la gioventù studiosa è rivoluzionaria, quella aristocratica incretinisce nei saloni, o si corrompe nel governo.

— Allora lasciatemi attendere; c’è sempre tempo a rovinarsi.

Nell’estate Tatiana andò alle acque di Ems, che dovevano giovare anche allo zio; il viaggio invece le nocque così che dovettero rimpatriare accompagnati dal principe Vladimiro Gregorevich Tewceff, un uomo sulla cinquantina, già amico dello zio, venuto egli stesso a quelle acque per rinfrancarsi di una lunga convalescenza. Era un signore di grande educazione, coltissimo, dallo spinto severo e mordente, che piacque a Tatiana malgrado tutti gli svantaggi fisici dell’età e della figura. Egli passò una settimana al castello di Kourlak, che parve a Tatiana e allo zio una delle migliori dopo molti anni.

Poi questi essendo ricaduto sotto un secondo attacco di bronchite, nell’autunno Tatiana lo ricondusse a Pietroburgo per costringerlo a curarsi