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principe, che nullameno con uno sforzo incredibile potè ancora frenarsi.

Ella gli aveva già letto nell’anima, ed alzò duramente la testa.

— Siete cattiva meco, mormorò con accento insinuante.

— Non intendo di ammalarmi.

Ma egli la fissò in modo da farle comprendere che quella scusa non poteva ingannarlo: Tatiana arrossì. Il principe le prese una mano fra le sue ardenti dalla febbre.

— Non diverrete dunque mai mia moglie?

— Volete dunque prostituirmi, dacchè il medico vi ha pur detto tutto! gridò volgendogli le spalle sdegnosamente.

Il principe rimase atterrato.

Qualche tempo dopo dovette andare a Sebastopoli per coordinarvi alcuni circoli nichilisti, nei quali pericolosi dissensi minacciavano di produrre una catastrofe. Partì colla morte nell’anima. Si credeva sicuro che Tatiana non lo ingannerebbe con alcun uomo, ma quel suo ultimo rifiuto irrevocabile gli toglieva l’estrema ragione della vita. A che pro lottare ancora? La passione rivoluzionaria veniva languendo nel partito, scompaginato dall’ultimo sforzo terrorista; era quindi impossibile sognare una prossima rivincita, colla quale giungere simultaneamente alla gloria e al potere. Egli stesso si sentiva troppo vecchio.

A Sebastopoli il partito si sfasciava. Egli si