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— Non la dimenticherò mai, ribatto Tatiana portandosi la mano al seno, e fingendo di accarezzarsi i coralli rossi per dissimulare il tremito delle mani. Vi sono certe prime impressioni, che rimangono indimenticabili come un delitto.
— Infatti solo i grandi delinquenti sanno scordarsi dei propri crimini, e questo loro oblìo è forse la sfida più temeraria, che un uomo possa gittare a tutte le leggi. Voi, principe, che siete senatore, ne avrete forse conosciuto qualcuno di questi grandi uomini, che fanno della propria galera una Sant’Elena, o salgono al patibolo come ad un trono. Qualunque sia il giudizio, che la società è costretta a portare sovra di essi, bisogna confessare che la ribellione della loro volontà è una delle glorie più altere del carattere umano.
— Non credete ai loro rimorsi? replicò Tatiana prevenendo il principe e scrutando il volto di Loris, che si nascondeva dietro il velo sottile di una allegria da tavola.
Quella battaglia di allusioni al passato, inintelligibile al principe, le aveva già messo nell’anima un orgasmo pieno di trepidazione.
— Almeno non ne mostrano, ma è difficile sapere se il delinquente creda di aver torto. Le nostre idee del bene e del male secondo i codici non sono quelle di tutti gli uomini; fra cento delitti, forse almeno in novanta, colui che li commise, giudicò allora di aver ragione, o se li permise come un compenso alle proprie sofferenze.