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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/209

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marito uscì dalla stanza. Però sull’uscio potè rivolgersi, senza che questi se ne accorgesse, guardando Loris.

Appena rimasto solo, Loris s’abbandonò a una collera furiosa. Dacchè era fuggito da Mosca, il suo spirito non aveva potuto sfogarsi in nessuna violenza liberandosi dall’ammasso di passioni, che vi stavano compresse sotto da un ultimo sforzo della volontà. Tutto era crollato intorno a lui; si trovava ancora solo, già vinto prima di aver combattuto. Quell’attentato, che doveva dargli in mano tutta la Russia, era riuscito al più spregevole insuccesso, con una pistolettata ad Olga. Adesso questa stava nascosta o fuggiva con Lemm, forse egualmente pentiti entrambi di avere partecipato per un momento a tanta impresa, e parlando di lui come di un pazzo presuntuoso. Secondo la moda delle ultime teoriche psicologiche, tutte la eccezioni erano stimate pazzie, l’eroismo e il delitto, il genio e la santità. Ma la sua stessa ragione, ritorcendosi contro di lui, gli struggeva quella confidenza, che fino allora aveva avuto in sè medesimo. Perchè volendo impadronirsi della politica era rimasto sempre così solo nell’orgoglio di una superiorità inintellegibile agli altri? Per non aver mai voluto ubbidire, non aveva adesso a chi comandare. Tutta la terribilità logica del suo sistema rivoluzionario non aveva concluso che allo stupro di Tatiana, brutalità meschina ed inutile, che un politico vero avrebbe saputo risparmiare; poi