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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/224

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Tatiana si accorse di smarrirsi dal momento che Loris era rientrato sui proprio terreno; ella rivedeva già il suo volto ridivenuto lapideo nell’orgoglio. Allora un grande avvilimento la prese, di essere così venuta in camera sua, a quell’ora, in veste da camera, mentre egli sembrava non accorgersene nemmeno, immobile nella rigidezza del loro passato. Tutto il suo spirito l’abbandonò, non si ricordò più quello che si era detta prima di prendere quella grande risoluzione.

— Oh! Loris....

Egli le appressò vivamente il volto, Tatiana indietreggiò.

— Aspetta, gridò Loris.

— No, adesso lo sapete: non mi disprezzerete più. Volevo questo.

— Perchè vi disprezzerei? Il destino lo ha voluto. Non avete sofferto sola; ma la vostra vita di donna non è senza compensi.

— Quali?

Egli titubò, Tatiana si avvicinò d’un passo.

— Perchè siete venuta? le chiese Loris cogli occhi scintillanti.

— Ve l’ho detto.

— Solamente?...

Ella si torse, ma Loris tornò a gridare sommessamente:

— Aspettate, è l’ultima volta forse che ci parliamo. Domani partirò: perchè avete sposato il principe?