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lucente dietro il rosso umido delle labbra. Cantava con voce di soprano, gelida e pura.
Il marito la trattava bene senza amarla; Maria Alexewna invece lo adorava.
Da principio le era appena piaciuto. Poi quell’uomo, sempre in orgasmo, violento ed infelice, che parlava a scatti, nel quale il pensiero aveva dei riflessi di incendio e la parola dei murmuri di tempesta, l’aveva affascinata. Ella aveva subìto la sua prima foga maschile in uno stordimento, dal quale non era ancora del tutto rinvenuta, e nel quale s’immergeva volta per volta come in un bagno di vapore. Presso a lui si sentiva fiorire, ma non glielo diceva, non sapendo nemmeno come mostrarglielo, mentre egli la credeva fredda e di una intelligenza meno che mediocre. Talvolta quella calma lo esasperava: ella invece lo involgeva nel proprio sguardo limpido, dominandolo colla sicurezza di un amore sano e tranquillo.
Perfino le sue continue bestemmie non la turbavano. Ella considerava la religione come un mestiere di famiglia, non troppo buono, perchè tutte le sue memorie e i discorsi intesi dalla gente della sua casta erano di lagnanze; però in fondo alla religione v’era un’altra cosa, che tutti i pope ammettevano, per la quale talora officiando sembravano trasfigurarsi. Quando Nicola, avventandosi contro l’idea di Dio, ricadeva sopra sè stesso, nello spasimo inconsolabile di sentirsi prete e di non potere essere altro, ella non vi dava più im-