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dizione lo esauriva; sua moglie decadeva ogni giorno più, egli stesso si sentiva morire senza che nessuna delle sue idee avesse avuto nemmeno l’onore di una vera battaglia. Che cosa sarebbe di Loris, quando la parrocchia toccherebbe ad un altro pope? Egli non possedeva che quella casetta, insufficiente per pagare i debiti più vergognosi; Loris, fanciullo senza parenti, senza amici, senza educazione, senza danaro, come e dove vivrebbe? Ora si pentiva amaramente di essere padre. I tremendi sillogismi di Schopenhauer contro la vita gli tornavano nella memoria. Perchè essere padre, quando non si può nemmeno assicurare il sostentamento al proprio figlio? A certi momenti guardava Loris con umiltà.
— Forse l’anno venturo sarai solo, gli disse con voce spenta, stringendogli la mano.
Il ragazzo trasalì.
— Non dubitate; ho sofferto abbastanza.
Nicola scosse il capo.
— Sarai solo! ripetè, e il suo sguardo malinconico sembrava perdersi nell’avvenire del figlio, come quello del pellegrino sulla steppa, quando annotta.
Malgrado tutte quelle minaccie ai mugiks, Nicola si decise per l’Epifania a fare benedicendo il giro delle isbe per raccogliere dalle offerte di che sostentare sè stesso e la famiglia per qualche settimana. Loris, indovinando quel supremo sacrificio, partì per la foresta; Maria Alexewna si rimise a