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vi avrebbe partecipato. Senza tale costituzione ogni riforma conchiuderebbe fatalmente ad una lustra, mentre la concessione delle terre ai contadini, coll’obbligo di pagarle in comune, li avrebbe resi più schiavi del mir, che non lo fossero prima dei padroni.
Poi si lusingò di essere assunto, come generale di divisione, al ministero della guerra per la riforma dell’esercito e dell’armata, chiaritisi così male in arnese alla guerra di Crimea. Egli, slavofilo ardente, che sognava per la Russia un primato storico, ben maggiore di quello dei romani e degli inglesi, per iniziare l’ultima grande epoca del vecchio mondo contro la minacciosa rivalità del nuovo, credeva una tale riforma la più urgente fra tutte. Senza una forza guerresca, pari all’estensione dell’impero e al numero de’ suoi abitanti, la Russia non potrebbe compiere la doppia missione di conglomerare nel proprio governo tutti gli slavi d’Europa, e d’insignorirsi nell’Asia di tutte le genti maomettane sino all’India. L’Inghilterra, potenza marittima, esclusivamente mercantile, aveva provato in quasi due secoli la propria insufficienza a risolvere il problema asiatico, riallacciando alla civiltà europea i popoli indiani, che ne erano stati i lontanissimi padri. Solo una potenza continentale, così grande da riassumere tutta la vita europea e così vergine da non trovare ostacoli nel proprio passato, poteva colla creatrice energia dei propri immensi