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senza guardare nè Vaska nè il vecchio Andrea. Ma appena fuori del gabinetto le forze l’abbandonarono, e i muscoli della sua faccia si distesero.

Passando pel cortile il rumore di una finestra gli fece alzare gli occhi; comparve il viso ridente di Tatiana, che gli fece cenno di salire per raccontarle la scena. Ella rideva sempre.

Loris si fermò. Tatiana, spaventata dall’espressione del volto di lui si gettò indietro.

Quella sera Loris dormì nell’isba di Andrea Arsenief; l’indomani ne partì per sempre, e il mugik gli disse salutando colla sua voce buona:

— Dio ci abbandona qualche volta, perchè vuole che noi lo cerchiamo.

III.

Per tre anni Loris condusse la vita più vagabonda.

Egli stesso più tardi non avrebbe osato raccontarla tutta, malgrado la crudità dell’orgoglio, col quale metteva come una sfida in ognuno dei propri eccessi; ma pellegrinando dai toundras gelati del nord ai deserti ardenti del mar Caspio, dai laghi a vasche di granito della Finlandia alle tepenti terrazze di Crimea, dalle steppe immense come il pensiero alle foreste più lunghe di ogni pazienza, e nelle quali i tronchi bianchi delle be-