Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/116

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duto nell’importanza all’antico signore: il pope, non mai ben trattato dall’aristocrazia, per lo stesso sentimento di odio e di avarizia sarebbe colla rivoluzione. Quindi servirsi di tutte le rivalità nazionali aiutando qualunque moto d’indipendenza, non pubblicare nè programmi nè proclami socialisti, agire sui maggiori punti possibili, con tutti i mezzi, sotto ogni nome. Le prime armi sarebbero da caccia, poi l’Inghilterra ne fornirebbe altre. Che il gallo rosso dell’incendio, come lo chiamano i mugiks, si alzasse svolazzando su tutti i castelli dei signori, e le campagne diverrebbero presto libere; impossibile al governo difendere la scarsa aristocrazia disseminata a grandi distanze, mentre tutto lo sforzo della polizia si condenserebbe alla capitale per salvaguardare lo Czar dai nichilisti. Laonde bisognava lasciare costoro alla vanità dei loro attentati, mentre si purgherebbero le campagne dai signori. Appena i mugiks credessero alla possibilità d’impossessarsi delle altre terre, la rivoluzione diverrebbe irresistibile. Il solo proclama necessario era un falso uchase dello Czar, che cedesse loro il resto dei terreni: molti credevano già ingenuamente che lo Czar lo avesse spedito ai governatori, ma che questi nel proprio interesse lo tenessero segreto. Bisognava insorgere al grido di viva il mir e lo Czar: patriziato e borghesia, presi fra due fuochi, non saprebbero resistere. I reggimenti, composti di mugiks e comandati da una uffizialità di signori, non sareb-