Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/123

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— Sei disgraziata anche tu, piccola Marfa? Che fanno i tuoi?

Ella scosse il capo.

— Tuo padre è morto?

— In Siberia.

— Perchè?

— Uccise il signore che lo aveva frustato, disse Marfa precipitosamente.

— E tua madre?

— Si gettò nello stagno delle sanguisughe.

Loris si rimise a scrivere: quando ebbe finito la lettera, vide Marfa immobile nello stesso atteggiamento, che lo contemplava.

— Eccoti un rublo, piccina. Ti farò tornare, se vuoi, al tuo villaggio; qui la padrona ti batterà senza dubbio.

Marfa abbassò la testa.

— Se ti duole di essere battuta, vendicati; i bambini della padrona sono più deboli di te.

E le volse le spalle per mettersi la pelliccia, mentre a questa orribile osservazione Marfa sgranava tanto di occhi, atterrita che egli potesse avere indovinato questa rivincita, alla quale aveva qualche volta pensato.

Il grande corso della città in quell’ora rigurgitava di equipaggi eleganti, cui la mitezza del tramonto sembrava dare nel loro nuovo lusso invernale una freddolosità raffinata: ma soldati, dame e signori, vestiti all’occidentale, avevano talmente l’aria di stranieri fra i caffettani e le