Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/227

Da Wikisource.
212

nelle più tragiche catastrofi? Poi reagì contro sè stesso; si accusò di paura, si proibì di credere a quel pericolo. Ma in quell’ombra della sala il giorno non aveva ora, l’inazione diventava insopportabile. Si rimise ad aspettare qualche cosa, quasi qualcuno. Se il concerto aveva luogo, vi sarebbe forse una prova generale d’orchestra; allora si potrebbe persino tentare di uscire confusi coi suonatori. Gli inservienti non dovevano tardar molto ad entrare. Tese l’orecchio, gli sembrò d’intendere dei passi, una voce dietro il tendone. Nel palcoscenico, ad ogni sera di rappresentazione, vi sono mutamenti da predisporre. Si pentì di non essere passato dietro il tendone esaminando, perchè ora poteva essere imprudente ritentarlo. Consultò l’orologio; erano appena le dieci del mattino. Allora sentì che la giornata sarebbe di una lunghezza senza misura.

L’immobilità di Olga gli fece l’effetto di un rimprovero; ella non aveva dunque alcuna paura?

— Se non dessero il concerto questa sera? le chiese.

Olga volse il capo come aspettando da lui la risposta.

Loris tacque. Il cuore gli batteva, mentre per le vene gli serpeggiava un freddo sottile. Colla facilità delle spiegazioni materialiste, volle dirsi che ciò dipendeva solo dallo stomaco, e che una buona colazione l’avrebbe fatto ritornare tranquillo, ma non lo credette. Nessuna potenza di carattere