Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/229

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di mobili tintinnire i pendagli certamente di un candeliere, una scena abbassata con molto cigolìo di carrucole diè un tonfo sordo, battendo sull’assito. Le voci si alzarono dando ordini; poi alcuni di quegli uomini passarono dinanzi al telone, perchè i loro accenti si fecero così distinti che si compresero anche le parole.

Parlavano di una colazione.

Passò un’ora così; tutto ricadde nel silenzio

Si darebbe il concerto?

Loris tornava a dubitare. Per decidersi s’impose una prova, invocando che gli inservienti dei palchi venissero a spazzolarli. Sarebbe stato un grande pericolo, se colui incaricato della loro fila avesse avuto l’idea di guardare anche nel contropalco, dove avrebbero dovuto nascondersi, ma almeno sarebbero usciti dal dubbio. Questo esperimento gli parve una condizione fatta al destino, accettando un aumento di pericolo per sottrarsi all’irritazione della sua incertezza. Ma gli inservienti scopettavano sempre i palchi prima di ogni rappresentazione?

Intanto il teatro era sempre sommerso nella stessa ombra gelida.

A che ora si sarebbero accesi i caloriferi, se vi fosse spettacolo?

Quella sarebbe stata la vera prova; ma in quella stagione autunnale i caloriferi non sarebbero stati accesi che tardi. Allora si mise a giuocarellare con un bottone del divano, divertendosi a tagliarne il filo colle unghie; il filo teneva duro.