Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/240

Da Wikisource.

225

La sua opera era compita, era salvo.

Scrollò la neve dagli abiti, e si allontanò per postarsi all’angolo d’osservazione. Avrebbe voluto passare vicino a Loris sussurrandogli che tutto era fatto, ma, siccome questi non glielo aveva ordinato, non l’osò. Quindi scelse un mezzo termine, passando a non molta distanza. Però non vide e non intese nulla; Loris doveva essere sepolto nella neve.

Per non restare in vedetta sotto quella bufera, attirando senza dubbio l’attenzione di qualcuno, decise di fare il giro del teatro; così passerebbe una seconda volta vicino alla doccia. Un orgasmo crescente gli rendeva impossibile l’attendere. Che cosa era accaduto a Loris? Una pattuglia sembrò fermarsi per squadrarlo, Lemm si scostò lentamente dal muro del teatro senza osare di voltarsi indietro, solo all’angolo torse il capo, non vide alcuno. Pazzamente, si mise quasi a correre; voleva passare presso Loris gridandogli di far presto; poi s’arrestò. Loris vedendo un’ombra dirigersi verso di lui, potrebbe crederlo un nemico. La paura lo riprese. Invece andò a mettersi sotto il fanale alla cantonata della casa; così Loris indovinerebbe la sua presenza e, appena finita l’opera, gli verrebbe incontro.

Infatti, poco dopo, travide una massa bianca avanzarsi dalla piazza alla sua volta. Avrebbe voluto quasi gridare, ma istintivamente pensò che doveva andargli incontro coll’altro capo del filo,