Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/38

Da Wikisource.

23

un’anima oggi in Russia è con noi, pensa, soffre, odia di un odio fatto di amore, è pronto a morire con noi. Sì, Rodion morrà, e dopo di lui moriranno altri ancora, ma la Russia trionferà sul mondo e pel mondo. Ebbene, la nostra vita di ora è più bella di quando la libertà e la giustizia avranno trionfato. Chi sa se la felicità non annoi! Io preferisco la mia epoca; posso essere ucciso, ma posso uccidere affrettando la creazione di un mondo. La creta sotto la stecca dà mille volte più piacere del marmo sotto lo scalpello; il marmo dura, e la creta si sforma facilmente. Che importa? L’uomo non può gustare l’infinito della bellezza e dell’amore che in un attimo.

— Bravo! esclamò Andrea Petrovich.

— Chi dubita? Chi dispera fra noi? seguitò con accento entusiasta Ossinskj: tu, Slotkin, sei pessimista, eppure resisti: tu, Ogareff, disprezzi il popolo e arrischi tutto per lui: tu, Fedor, insulti l’anima russa, perchè non la senti ancora pari a sè medesima e alla gloria del proprio avvenire: tu, Lemm, sei uno studente proletario come me, che ha ricusato di entrare nello tchin per non servire a coloro, i quali aggravano la miseria del popolo: tu, Kepskj, hai disertato il ricco negozio di tuo padre per diventare medico e curare le piaghe della povera gente senza speranza di guadagno: tu, Andrea, ascolti nel silenzio del popolo le voci del suo spirito come Chopin....