Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/50

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Olga si volse con uno sguardo dolce ad Ogareff:

— Ci saresti stato tu colla tua telega e i tuoi cavalli più veloci.

Tutti guardarono Ogareff seduto sul divano colla fronte fra le mani.

— Ebbene, impossibile! Ha ricusato i trentamila rubli! Gli avevo già portati i passaporti falsi per lui, per la moglie e il piccolo Sergio; l’ho minacciato di abbandonare la cura di Polia, che ricadrebbe ammalata, così che egli non potrebbe più usarne; gli ho rinfacciato la guarigione del piccolo Sergio, che il suo medico Bouslaief aveva spacciato prima che io lo visitassi; ho pregato, ho pianto. È stato inutile.

— Vigliacco! mormorò Fedor.

— Sì, vigliacco: ha paura.

— Rodion sa del tentativo? chiese Kepsky.

— No.

— Quale opinione dovrà farsi del partito!

— Per un soldato, che muore, la guerra non s’arresta, ribattè Ossinskj.

Nessuno più parlò, ma una impazienza si dipinse sulle faccie di tutti. Evidentemente il loro convegno era terminato dopo quell’infelice comunicazione, per la quale Ogareff li aveva radunati in casa di Andrea Petrovich. Un profondo abbattimento umiliava ora il giovane conte, rendendolo come dubbioso di risollevare il volto. Salvare Rodion a lui sconosciuto, e pel quale si era temerariamente compromesso prestandogli me-