Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/69

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Il conte Ogareff, rimasto solo, si girò gli occhi intorno esaminando. Il salotto aveva quel lusso volgare ed impersonale degli appartamenti, che si affittano; sullo scrittoio nero, senza libri, entro una sottile cornice di metallo bianco s’alzava un ritratto. Ogareff ebbe la curiosità di guardarlo. Era una litografia di un uomo, che sorgeva in piedi come per rispondere ad un interlocutore invisibile: un lembo di tavola gli arrivava al petto prolungandosi oltre la cornice assurdamente.

Loris rientrando lo sorprese intento in quel ritratto.

— Vi piace?

— Francamente, no: pare una faccia di assassino.

— Infatti è il più illustre assassino della storia, Giuda Iscariota. Un amico mio, a Parigi, ebbe l’idea di staccare la sua figura dalla cena degli Apostoli di Leonardo da Vinci. Guardate, seguitò togliendogli di mano il ritratto ed appressandosi al lume: Leonardo racconta d’aver girato lungo tempo pei vicoli di Milano cercando fra la plebe più abbietta il tipo di Giuda. Evidentemente dalle sue parole traspare l’intenzione d’ingiuriarlo, ma il genio del pittore ha invece trionfato della piccineria del cattolico. Osservate quanta durezza sulla faccia di questo uomo, che ha dovuto resistere alle illusioni di tutte le speranze umane e divine per vendere Cristo a trenta denari, annullando per sempre col ridicolo del prezzo il valore