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Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/77

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guantata, mentre coll’altra si riadattava il gibus sulla testa.

— Volentieri, disse lo sconosciuto.

Loris vibrò il colpo.

Lo sconosciuto cadde senza gettare un grido. Kriloff sbalordito non si muoveva; Loris proseguiva già senza voltarsi: allora Kriloff spiccò un salto guardandosi addietro, e lo raggiunse.

— Loris...

— È già morto, ne sono sicuro. Non allunghiamo troppo il passo, sarebbe imprudenza.

E dopo una pausa:

— Vedi, seguitò mostrandogli un lungo spillo, che rimise con flemma entro un fodero bruno, è un grosso ago scanalato. L’idea è mia, mi è venuta dalla siringa del Pravatz; il fodero impermeabile è pieno di acido prussico, e chiude ermeticamente mediante un anello di gomma. Ho fatto molte esperienze sopra dei cani: non uno che sia riuscito ad urlare.

Kriloff atterrato abbassò la testa allungando inconsciamente il passo: poi si guardò indietro, spiò davanti, tese in sè medesimo tutti i sensi per cogliere un rumore di qualcuno, che si avvicinasse. Fortunatamente la strada era vuota, ma l’altra, che la tagliava a un cento metri, pareva più frequentata.

— Accendi dunque uno sigaro per darti un contegno, disse Loris con accento ironico. Un’altra volta ti spiegherò il metodo di Lacenaire per